sabato 9 aprile 2011

SE LE COSE VANNO AVANTI COSÌ LA RICOSTRUZIONE DI L’AQUILA

SE LE COSE VANNO AVANTI COSÌ LA RICOSTRUZIONE DI
L’AQUILA  E DEGLI ALTRI COMUNI, DURERÀ 20
ANNI…………COME MINIMO!
Sono un ingegnere libero professionista che, come molti altri, sta cercando di districarsi da questi
tentacoli burocratici e non, per cercare di far partire alcune pratiche riguardanti la ricostruzione di
edifici colpiti dal sisma in Abruzzo.
Premetto che ho svolto la mia attività professionale nella regione Umbria a seguito degli eventi
sismici del 97 e, alla luce di quanto sta accadendo a L’Aquila, mi rendo conto che la partenza anche
qui sta avendo i suoi problemi, probabilmente anche maggiori di quanto potevo  prevedere.

Quello che sto constatando in Abruzzo è che, a parte le buone intenzioni iniziali, la macchina si sta
drammaticamente fermando, creando un grave stato di stallo per imprese, professionisti e tutto
l'indotto. Contrariamente si sta creando un enorme mole di lavoro per le strutture di controllo, che
inevitabilmente tra qualche tempo arriveranno al collasso se non prenderanno provvedimenti
procedurali adeguati.
Non nascondo la complessità della situazione e neanche voglio fare un paragone su dove sia stato il
massimo danno, se in Umbria e Marche, in Abruzzo, in  Molise ecc., quello che vorrei cercare di far
capire agli organi preposti per organizzare la ricostruzione, è che la velocità della ripresa dipende
dalla capacità di come vengono effettuati i controlli, come questi possono essere organizzati nell'iter
della pratica, e non dalla grande mole di carico che si vuole inserire nel faldone iniziale della stessa.
Debbo dire che confrontando con quanto avvenuto in Umbria, dove i contenziosi per i pagamenti
hanno fioccato, soprattutto per quanto riguarda i liberi professionisti che spesso hanno fatto lavori a
costo vicino allo zero, la procedura attivata per l’Abruzzo, da questo punto di vista tutela il lavoro
di ognuno quando viene portato a compimento.
Ma quando parte?
Il metodo fino ad ora utilizzato è quello di sapere tutto e subito, inserendo il massimo di quello che
si può inserire: progetto strutturale, architettonico, preventivo, congruità costi, accettazione
dell’impresa, nuovo progetto se si demolisce, risparmio energetico….e così via, una sfilza di
documenti.
Ma il bello di tutto questo è che le continue integrazioni fatte a suon di normative che da due anni a
questa parte ancora si rincorrono con aggiornamenti e proroghe, hanno come conseguenza che le
pratiche consegnate sono ancora da approvare, perché ovviamente non aggiornate e, quelle non
consegnate, sono in continuo aggiornamento da parte dei tecnici.
Tutto sta generando una crescente confusione instaurando la psicosi del “se” e del “ma”, per
mancanza di certezza.
Mi sembra ovvio che la logica di aver creato un procedimento tanto macchinoso, all'interno di un
sistema già di per sé complicato, porta inevitabile a continui stop provocati dal classico granello che
si infila nell'ingranaggio.
Non è un caso, l’ultima comunicazione del Comune di L’Aquila pubblicata il 22/03/2011, che
impone l’inserimento del documento attestante la congruità economica, pena la non approvazione
della pratica .
E’ un continuo rincorrersi di progetti, integrazioni, pratiche, controlli,…. senza che se ne venga a
capo, per di più tutto deve passare il controllo di tre enti (Fintecna, Cineas, Reluis), che devono
lasciare tutti il proprio benestare poi................si penserà al deposito al Genio Civile. E se
quest'ultimo richiede integrazioni? Si ricomincia da capo?
Non bastava implementare solo la struttura del Genio Civile, già presente sul territorio, affiancata
da un controllo sulla pratica contributiva?
Ma possibile che non ci sia altra formula per far andare avanti questo enorme cantiere? Serve per
forza inserire tutto inizialmente invece di lasciare alcune cose a consuntivo?
Per l’integrazione della pratica relativa al risparmio energetico, inizialmente l'indennizzo era solo
previsto per la ricostruzione dei nuovi edifici, ora si è esteso a tutti, con relativa integrazione per
quelli già consegnati e quelli in fase di consegna. Perché non procedere anche qui a consuntivo,
dopo che sono state ottenute tutte le certificazioni? Intanto la pratica si avvia.
Se un edificio va demolito, il progetto che dimostri la convenienza economica a che serve? Chi lo
paga?
Altro doppio lavoro per tecnici e controllori (Fintecna, Cineas, Reluis), senza contare la marea di
integrazioni che potrebbero chiedere a chiarimento e il conseguente raddoppio di costi. Si perché, al
contrario di quello che possono pensare le persone che richiedono le integrazioni, assolutamente
non tutte giustificate, ognuna di esse ha un costo.
C'è chi pensa che se un tecnico dovrà impiegare 10 giorni per integrare una o più pratiche, alla fine
del mese il suo stipendio dovrà essere decurtato di 10 giorni, e se sono venti? Passi per
inadempienze da parte del tecnico progettista, ma per le altre che si potevano evitare? Chi pensa
questo, ha la minima idea di come funziona uno studio di progettazione?
Esistono pratiche che vanno avanti ad integrazioni da quasi un anno e ancora non partono perché i
tecnici in caricati del controllo non danno il benestare.
Personalmente mi è capitato di passare sotto tale controllo e di produrre alcune integrazioni ma, se
si va a vedere il tipo di integrazioni richieste, è facile verificare che al massimo ne sarebbe potuta
bastare una.

Mi spiego meglio, se il progetto non cambia e le integrazioni hanno solo un carattere formale di
riconfermare quanto il tecnico si è già assunto come responsabilità apponendo la propria firma,
perché intanto non si dà il via alla pratica?

Questo enorme tappo che si sta creando in questi controlli, tutti anticipati, a chi giova?
Entro un minimo nel dettaglio cercando di essere abbastanza chiaro per chi non si interessa di
queste cose. Il calcolo da me eseguito per le murature rinforzate con il cosidetto, intonaco armato,
(pareti ricoperte esternamente e/o internamente con cemento e rete elettrosaldata), tiene conto
dell'esistenza dei due materiali affiancati, sfruttando al massimo le loro caratteristiche di resistenza.
Quello che mi richiede il tecnico della Reluis nell'integrazione, è di usare invece, un valore
maggiorato di resistenza della muratura a cui è stato applicato l'intonaco armato. Così facendo però
il calcolo sottostima la reale resistenza del materiale facendo di conseguenza eseguire degli
interventi di consolidamento più onerosi. Considerando che il controllo cerca in tutti i modi di farti
fare un intervento economicamente vantaggioso, la mia scelta sarebbe la migliore.
NO! Mi produca  qualcosa che lo dimostri!
Ma che devo dimostrare? L'ho già fatto! Ho prodotto un calcolo e un progetto e l'ho anche firmato!
Sarebbe opportuno allora, inserire il nominativo del tecnico (vedi il cartellino) che richiede le
integrazioni, direttamente nelle pratiche progettuali, almeno si prende anche lui le sue
responsabilità.
Nei controlli credo che ci voglia, sì la vigilanza, ma anche la sensibilità e l’esperienza.
Un altro aspetto che fermerà ancora la procedura è il cosidetto “Calcolo del Limite di Convenienza
Economica”,quel documento reso obbligatorio dal comune di L'Aquila il 22/03/2011.  Un file
opportunamente preparato che dovrebbe dare il confronto dei costi tra la riparazione e la
demolizione dell’edificio danneggiato e, stabilire la convenienza economica e il massimo contributo
concesso.

Il problema però non è lo strumento, che peraltro, è in continuo aggiornamento in quanto alcuni
parametri considerati non sono congruenti con l’intervento e l’indennizzo, ma l’assurdo confronto
che si richieda di fare con l'intervento strutturale di tipo sismico.
Se l'intervento di adeguamento e rinforzo, considera gli elementi strutturali, perché dopo li
confronto con gli elementi urbanistici? Mi spiego meglio.
Se l'intervento di rinforzo considera tutte le rampe di scale, perché nel calcolo del limite di
convenienza ne devo considerare solo una? Se il solaio di sottotetto ha un importanza sismica tale
che lo devo consolidare, perché se l'altezza è inferiore a 2,40 non lo devo inserire nel calcolo del
limite di convenienza?
Un altro impiccio che cerca di confrontare le banane con le pere.
Considerando che questo strumento avrà ancora la sua strada di integrazioni, mi ripeto, perché non
si parte con un contributo provvisorio? Tutto si potrà sempre gestire ed integrare durante il
percorso, si dovrà fare una procedura a consuntivo, e intanto i Cantieri Partono!!!
Allora che si fa? Si continua ad integrare le pratiche o si ricostruisce l’Abruzzo.

1 commento:

  1. Dovrei aver fatto forse l'ultima integrazione di una pratica sismica a L'Aquila. Siamo arriati ad u punto di convergenza che secondo mette in risalto la professione dell'ingegnere o del libero professionista in genere. La normativa sulle costruzioni "è" una normativa prestazionale e non prescrittiva come le precedenti, pertanto, a parte evidenti scelte di chi si improvvisa progettista strutturale, il tecnico può far valere la sua esperienza e sensibilità in fase progettuale ed esecutiva.
    Questo dovrebbe essere lo scopo dei controlli eseguiti dai tecnici di Reluis ma, per far ciò, c'è bisogno di sensibilità, esperienza e sopratutto buon senso. Ciò vale sia per i controllori che per i controllati.

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